Di Giacomo Leopardi

LE RICORDANZE

Recitativo

Voce: Roberto Herlitzka

Le ricordanze è una poesia di Giacomo Leopardi. Scritta nel 1829, la poesia appartiene ai cosiddetti Canti pisano-recanatesi (o Grandi idilli). Così come suggerisce il titolo, al centro di questa poesia c’è la ricordanza: Leopardi, tornato dopo qualche anno a Recanati (il “natio borgo selvaggio”), esplora le memorie legate al suo passato. La casa paterna, il paese natale, sé stesso in gioventù: questi gli oggetti del ricordo del poeta, che esplora e misura la sofferenza inflitta nella vita a lui e a tutti gli esseri umani, vittime delle illusioni infrante dell’infanzia e dell’adolescenza. La poesia è una canzone libera leopardiana, composta da 173 endecasillabi sciolti divisi in sette strofe di lunghezza differente. In questa poesia si parla di ciò che per Leopardi si può considerare l’essenza della poesia stessa: il ricordo. Come teorizzato nello Zibaldone, perché qualcosa sia poetico è necessario che susciti un ricordo (spesso nato da una fonte uditiva). Un paesaggio, un oggetto, una scorcio: tutto viene poeticizzato se lo si rimembra. La ricordanza per Leopardi è legata a doppio filo all’indefinito, poiché tutti i contorni si sfumano in un ricordo; le cose sembrano lontane e ne rimane solo un’immagine confusa e abbellita, resa più sentimentale grazie agli occhi della fantasia. In questa poesia viene messo in scena il ritorno a Recanati di Leopardi, articolato in un confronto tra ciò che è passato e ciò che è presente. Una volta giunto nella casa paterna, il poeta fa sue immagini e sensazioni che aveva sopito sulla sua infanzia, periodo pieno di dolci illusioni e di sogni. Quello era il periodo in cui ancora non aveva idea di ciò che sarebbe stata la vita, con un mondo tutto da esplorare ancora davanti. Così come in altre poesie di Giacomo Leopardi, il ricordo scatta grazie a un elemento acustico. Altri esempi di questo procedimento possono essere considerati il suono del vento tra le fronde ne “L’infinito”, che improvvisamente ridesta il poeta, o il canto lontano dell’artigiano ne La sera del dì di festa. Centrale nel componimento è la riflessione rammaricata sulla gioventù trascorsa e mai vissuta e sulle speranze che hanno caratterizzato quegli anni. Simbolo tanto della gioventù quanto delle sue speranze ormai superate e sempre vivissime è Nerina, la figura femminile che appare nella seconda parte del componimento, legata a una triste e prematura scomparsa. Attraverso Nerina, Leopardi indaga un altro tema fondamentale del componimento: l’amore. Per queste caratteristiche, Nerina si può considerare specchio e completamento di Silvia in A Silvia. Author: Wikipedia

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