Pierfrancesco Favino (Roma, 24 agosto 1969) è un attore, doppiatore e produttore cinematografico italiano. Dopo un debutto a teatro e sporadiche apparizioni cinematografiche e televisive negli anni 1990, Favino partecipa per la prima volta a un film di notevole successo nel 2001, quando è fra i protagonisti de L'ultimo bacio di Gabriele Muccino. Affermatosi in via definitiva dopo aver vestito i panni di Gino Bartali nell'omonima miniserie televisiva, Favino ha recitato in innumerevoli opere italiane e anche in vari film hollywoodiani, diventando uno dei migliori attori italiani della sua generazione. Nel corso della carriera ha vinto tre David di Donatello, quattro Nastri d'argento, due Globi d'oro, tre Ciak d'oro e una Coppa Volpi alla Mostra del Cinema di Venezia. Nato e cresciuto a Roma da genitori originari di Candela, nel Foggiano,[1] si diploma presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico: tra i suoi maestri, Luca Ronconi e Orazio Costa. Favino è uno dei fondatori dell'Actor's Center di Roma; è inoltre direttore e insegnante presso la Scuola di Formazione del Mestiere dell'Attore "L'Oltrarno" di Firenze. Dopo aver recitato in varie produzioni teatrali, debutta in televisione nel 1991 con il film Una questione privata, tratto dall'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio e diretto da Alberto Negrin. L'approdo sul grande schermo avviene invece nel 1995 con il film Pugili di Lino Capolicchio. Lavora in varie fiction di successo come Amico mio, Padre Pio e Ferrari. A consacrarlo televisivamente è però, nel 2006, il ruolo da protagonista nella miniserie Gino Bartali - L'intramontabile, ove veste i panni del celebre ciclista toscano preparandosi con estrema meticolosità al ruolo: arriva infatti a percorrere circa 5000 km in bicicletta al fine di allenarsi al meglio. Ne L'ultimo bacio del 2001, primo grande successo di Gabriele Muccino, interpreta Marco, unico amico felicemente sposato di una compagnia di trentenni affetti dalla sindrome di Peter Pan. Seguono interpretazioni drammatiche quali quella del sergente Rizzo in El Alamein - La linea del fuoco di Enzo Monteleone (per la quale riceve la candidatura al David di Donatello ed al Ciak d'Oro) e del medico omosessuale Biccio nella seconda regia di Luciano Ligabue Da zero a dieci, oltre a ruoli in commedie quali Al cuore si comanda con Claudia Gerini, Nessun messaggio in segreteria al fianco di Carlo Delle Piane e Passato prossimo, opera prima di Maria Sole Tognazzi, al fianco di Paola Cortellesi, Claudio Santamaria e Gianmarco Tognazzi. Nel 2005 ottiene il ruolo del Libanese, capo carismatico della feroce banda della Magliana nel pluripremiato film Romanzo Criminale di Michele Placido; sul set ritrova sia Claudio Santamaria che Kim Rossi Stuart, con il quale aveva già lavorato ne Le chiavi di casa di Gianni Amelio per un breve cameo tuttavia sufficiente a garantirgli una nomination al Nastro d'argento come attore non protagonista. La nomination si trasforma, questa volta, in una vittoria ex aequo con gli altri due, come miglior attore protagonista. Suo è anche il David come attore non protagonista. L'anno successivo debutta nel cinema americano, dove interpreta una piccola parte nel film Una notte al museo con Ben Stiller, nei panni della statua bronzea di Cristoforo Colombo. Gira poi La sconosciuta di Giuseppe Tornatore ed ottiene la parte dello scrittore di favole, compagno di vita del co-protagonista Luca Argentero, nel film Saturno contro di Ferzan Özpetek. Il biennio 2007-2008 è quasi tutto "hollywoodiano": prima è Lord Glozelle, generale a capo delle truppe del perfido Miraz (interpretato da Sergio Castellitto), in Le cronache di Narnia - Il principe Caspian diretto da Andrew Adamson; poi è il capo partigiano Peppi Grotta nel film di Spike Lee Miracolo a Sant'Anna, incentrato sull'eccidio di Sant'Anna di Stazzema. Successivamente è protagonista, al fianco di Monica Bellucci e Ksenia Rappoport, della seconda pellicola di Maria Sole Tognazzi, L'uomo che ama, che nel 2008 apre il Festival Internazionale del Film di Roma. Nello stesso anno torna alla fiction con la miniserie Pane e libertà, in cui interpreta Giuseppe Di Vittorio, uno dei padri del sindacalismo italiano. Nel 2009 recita al fianco di Tom Hanks nel film di Ron Howard Angeli e demoni (tratto dall'omonimo libro di Dan Brown). Nel 2010 è uno degli attori protagonisti di Baciami ancora di Gabriele Muccino, per il quale riceve una nuova nomination ai David come miglior attore non protagonista, di Cosa voglio di più di Silvio Soldini e di Figli delle stelle di Lucio Pellegrini. Nel 2011 torna ad essere diretto da Pellegrini in La vita facile, affiancato da Stefano Accorsi e Vittoria Puccini. Sul piccolo schermo interpreta invece Il generale Della Rovere, miniserie basata sull'omonimo romanzo di Indro Montanelli. Il 2012 è un anno di intensa attività per Favino, che prende parte a diversi film: L'industriale di Giuliano Montaldo, ACAB - All Cops Are Bastards di Stefano Sollima e Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana: in quest'ultimo, inerente ai fatti della strage di piazza Fontana, l'attore romano interpreta l'anarchico Giuseppe Pinelli, ruolo che lo porta a conquistare il suo secondo David come miglior attore non protagonista. Non manca spazio per la commedia: è Fulvio in Posti in piedi in paradiso di Carlo Verdone, accanto a Marco Giallini ed allo stesso Verdone. Nel 2013 torna a lavorare con Ron Howard in Rush, pellicola incentrata sulla Formula 1 degli anni settanta, impersonando Clay Regazzoni. Nello stesso anno l'attore è impegnato in un'altra produzione statunitense, il film horror apocalittico World War Z di Marc Forster con Brad Pitt come protagonista. Favino, Claudio Baglioni e Michelle Hunziker alla conferenza stampa durante la settimana del Festival di Sanremo 2018. Nell'autunno 2013 Favino torna a teatro, come interprete principale e regista (insieme a Paolo Sassanelli) di Servo per due, adattamento italiano della commedia britannica One Man, Two Guvnors firmata da Richard Bean ed ispirato, come l'opera originale, ad Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni. Ad agosto 2014 approda alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia con il primo film da regista di Michele Alhaique, Senza nessuna pietà, di cui Favino è protagonista e produttore; per vestire i panni del muratore Mimmo, l'attore ingrassa di venti chili. Nel 2020 entra a far parte della giuria italiana votante dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences.[8] Nello stesso anno, nonostante lo stop alle produzioni causato dalla pandemia di COVID-19, fa in tempo ad approdare in sala con tre film: Hammamet di Gianni Amelio, in cui interpreta la controversa figura politica di Bettino Craxi, Gli anni più belli, film che segna la sua quarta collaborazione con Gabriele Muccino, e Padrenostro di Claudio Noce, che gli vale la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile alla 77ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Tratto da: www.wikipedia.it